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martedì 25 maggio 2010

Lost and gone

Se c'è una cosa che ricordo come fosse ieri è la sera della prima puntata sulla RAI di Lost. Faceva ancora freddo, c'era ancora mia suocera e visto che non ci capiva un belino, parlò a voce stentorea per tutto il tempo, costringendomi a barricarmi in un'altra stanza per seguire quello che tutti avevano presentato come un evento.
Ed evento fu, almeno per me, se è vero che in tutte le sue successive incarnazioni, comprese quelle meno riuscite, dalla prima all'ultima stagione, Lost è riuscito a inchiodarmi allo schermo. Jack, Sawyer, Kate, Ben, Sayid, Hurley, Locke, Jin, Sun e tutti gli altri, erano diventati parte del mio immaginario, vecchi amici di cui avevo bisogno di sapere ogni vicenda e, soprattutto, come sarebbe andata a finire.
Un po' come l'inflazione programmata ho mantenuto il mio livello d'incredulità a livelli bassi, così che ogni successivo, improbabile colpo di scena mi colpisse come una frustata. Ho sopportato mostri di fumo che scomparivano e ricomparivano, isole migranti, custodi immortali, bombe atomiche e gente che vi sopravvive, ho aspettato fiducioso la fine per trovare un senso.
E non ci sono riuscito.
Salvo pensare, come avevo sospettato già all'inizio, che tutti fossero morti da subito nello schianto del volo Oceanic 815 e l'Isola con la I maiuscola fosse una qualche metafora dell'aldilà.
Un po' banale, ma si sa, i finali in genere deludono. Le costruzioni eccessivamente complesse tendono a scricchiolare. Questa, però, mi si è disintegrata fra le dita mentre - attenzione, spoiler! - il papà redivivo (o redimorto?) di Jack apre la porta della chiesa dove tutti i protagonisti si sono riuniti nel Braccobaldo Show e scopre, guarda un po' una luce ultraterrena che sfuma nell'occhio del Jack alternativo che, sull'Isola, si richiude, come si era aperto all'inizio della serie.
Un po' pochino dopo tanto raccontare. Dopo tanto disorientare. Dopo tanto lasciar sperare.
E mi si apre un vuoto. Un vuoto che mi ricorda mia suocera e la sua voce e tutto ciò che ho vissuto in questi cinque anni. Tutto ciò che ho, quello che si è perduto, andato per sempre.
La malinconia mi assale, ma poi sorrido e mi dico: caro, carissimo Lost, m'ha proprio rotto er ca...

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